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La contaminazione ambientale può giocare un ruolo nell’infertilità maschile?

È innegabile che l’inquinamento è notevolmente aumentato negli ultimi decenni e che alcuni dati europei suggeriscono differenze rilevanti della qualità degli spermatozoi in alcune regioni maggiormente esposte.

Gli effetti nocivi di alcune sostanze chimiche sull’apparato genitale maschile sono stati tuttavia dimostrati in maniera inequivocabile da ricerche condotte soprattutto su animali, nei quali le conseguenze possono persistere per varie generazioni.

Indiziati nell’uomo sono erbicidi, pesticidi, DDT e sostanze tossiche in grado di accumularsi nei tessuti dell’organismo, in particolare quello adiposo.
Sarà compito degli studi futuri approfondire questo ambito di ricerca e identificare anche eventuali meccanismi naturali di compenso messi in atto dalla specie umana, ipotizzati per spiegare la sostanziale sovrapponibilità dei tempi necessari alle coppie per ottenere la gravidanza nelle zone inquinate e in quelle non inquinate.