tre cose ci sono rimaste del paradiso:
le stelle, i fiori e i bambini!

FAQ

Stress causa di infertilità?

C’è una diffusa convinzione nella società che lo stress sia causa di infertilità.
Questo è vero soltanto in parte per situazioni di stress molto intenso e prolungato.
Se lo stress è molto forte, in effetti, nella donna si alterano i meccanismi alla base dell’ovulazione.

La stragrande maggioranza degli infertili è stressata nella stessa misura di chi riesce a concepire figli.

È comunque sempre opportuno evitare di assumere atteggiamenti di colpevolizzazione e di utilizzare lo stress come alibi: sentirsi dire “se non fossi stressata e non ci pensassi troppo, concepiresti facilmente” è una delle esperienze più ingiustamente e inutilmente frustranti che una donna può subire.

Certamente invece la infertilità genera stress nei membri della coppia, che deve quindi essere aiutata non solo sul versante medico ma anche con un counseling che aiuti a gestire il problema.

Infertilità: messaggi chiave

  • L’infertilità è sintomo di varie malattie curabili o prevenibili
  • Si può prevenire la sterilità adottando comportamenti adeguati in gravidanza, nell’infanzia, in adolescenza, e in età adulta
  • La diagnosi precoce di infertilità va posta già in età pediatrica e con controlli in età adulta che riguardano anche i maschi
  • È importante il controllo ambientale relativamente alle sostanze tossiche
  • È opportuno educare a modelli di vita sani (evitando anabolizzanti, fumo, alcol, sostanze voluttuarie)
  • I mass media devono dare informazioni corrette e non veicolare messaggi scorretti
  • La società deve investire in prevenzione e creare le condizioni perchè sia possibile concepire figli in età giovanile; questa politica è vantaggiosa perchè evita i costi della cura tecnologica della infertilità in una consistente parte dei casi.

È vero che l'infertilità è in aumento?

Nei paesi occidentali in aumento non è tanto l’infertilità quanto invece la domanda di cura per l’infertilità, soprattutto nelle fasce d’età più avanzata (35-40 anni). In effetti le coppie di età più avanzata sono fisiologicamente meno fertili, per cui è più probabile che si rivolgano ad un medico per avere un aiuto.

I registri parrocchiali, reperibili a partire dal XVII secolo, rivelano che il 15% delle coppie arrivavano al termine della vita riproduttiva senza aver concepito figli.
La stessa percentuale la si osserva oggi, con la differenza che negli ultimi secoli sono cambiate l’aspettativa di vita, l'età a cui si cerca la gravidanza e le cause di infertilità.

Età utile per avere figli

Rispetto a tempo fa, la donna di oggi è molto più impegnata in attività lavorative e speso costretta a rinviare il suo desiderio di avere figli.
È fondamentale che la società dia un supporto in tal senso, nella consapevolezza che la probabilità di concepire si riduce rapidamente dopo i 30 anni, passando dal 50% nelle 35enni, al 25% nelle 38enni e al 10% nelle 40enni. 
D’altra parte il costo delle cure della infertilità aumenta in modo proporzionale all'età dei pazienti; ad esempio nel caso della fecondazione artificiale ogni bambino nato ha un costo che sale dai 15mila euro a 30 anni ai 65mila a 41 anni.

Un aspetto economico importante dovrebbe far riflettere: è stato calcolato che per ogni euro speso in prevenzione dell’infertilità, se ne possono risparmiare 47 spesi in cure.

La contaminazione ambientale può giocare un ruolo nell'infertilità maschile?

È innegabile che l’inquinamento è notevolmente aumentato negli ultimi decenni e che alcuni dati europei suggeriscono differenze rilevanti della qualità degli spermatozoi in alcune regioni maggiormente esposte.

Gli effetti nocivi di alcune sostanze chimiche sull’apparato genitale maschile sono stati tuttavia dimostrati in maniera inequivocabile da ricerche condotte soprattutto su animali, nei quali le conseguenze possono persistere per varie generazioni.

Indiziati nell’uomo sono erbicidi, pesticidi, DDT e sostanze tossiche in grado di accumularsi nei tessuti dell’organismo, in particolare quello adiposo.
Sarà compito degli studi futuri approfondire questo ambito di ricerca e identificare anche eventuali meccanismi naturali di compenso messi in atto dalla specie umana, ipotizzati per spiegare la sostanziale sovrapponibilità dei tempi necessari alle coppie per ottenere la gravidanza nelle zone inquinate e in quelle non inquinate.

Quando deve incominciare la prevenzione dell’infertilità?

  • uno stile di vita sano,
  • una nutrizione bilanciata e completa,
  • l'evitamento di comportamenti dannosi voluttuari (alcool, fumo, droghe),
  • la prevenzione dell’obesità e il contenimento massimo della tossicità ambientale (lavorativa ed ambientale in senso lato) e farmacologica sono il primo passo per garantire una fertilità potenzialmente normale al concepito.

Non è tra l’altro escluso che alcune patologie che emergono come causa di infertilità maschile, come il tumore del testicolo, potrebbero essere state generate da sostanze tossiche e ormonali che hanno colpito l’embrione nel corso della gravidanza.

Prevenzione dell'infertilità in età pediatrica

Nell'infanzia e nella prima adolescenza, oltre all'insegnamento di uno stile di vita sano, dal punto di vista delle abitudini alimentari in particolar modo, è importante che i genitori e il pediatra effettuino un controllo attento dello sviluppo sia maschile che femminile, che consenta la diagnosi precoce di alcune anomalie genitali modificabili.
Ad esempio è oggi assodato che la correzione del criptorchidismo (mancata discesa dei testicoli nella loro sede naturale), per prevenire la infertilità maschile in età adulta, deve avvenire entro i due anni di età.

L'individuazione delle due patologie genetiche più frequenti (Sindromi di Klinefelter nel maschio e di Turner nella femmina) consente di dare a questi ragazzi uno sviluppo adeguato e in parte una speranza di fertilità futura.

Disturbi del ciclo mestruale nelle ragazze si evidenziano già a 15-16 anni e devono essere seguiti con attenzione e trattati, quando si configurino patologie.

Comportamenti da considerare a rischio di infertilità negli adolescenti

Sui ragazzi occorre intervenire su comportamenti e abitudini di vita.
È dimostrato che l’effetto tossico del fumo passa tardivamente, richiede un anno, ed è un importante fattore di sterilità soprattutto nella femmina, nella quale aumenta di 1,5 volte la probabilità di ritardare il concepimento di un figlio per un tempo superiore a un anno.
Stupefacenti, cocaina e droghe leggere hanno effetti endocrini e causano un danno proporzionale al consumo, ancora più grave se, come purtroppo avviene spesso, associate all’assunzione di alcool.
Proprio relativamente a quest’ultimo va precisato che non c’è un livello minimo al disotto del quale esso non risulti tossico. Cocaina ed eroina raddoppiano inoltre il rischio di patologie in gravidanza.

Un altro problema dell’adolescenza è rappresentato dalle malattie sessualmente trasmesse, che colpiscono prevalentemente i giovanissimi almeno 4 volte rispetto a persone di età diverse. Sono spesso poco sintomatiche, in particolare l’infertilità di origine tubarica e le infezioni delle vie seminali nel maschio. In tal senso è da raccomandare la vaccinazione contro il papillomavirus (HPV), che non è causa di sterilità ma sembra avere un impatto negativo sugli spermatozoi. La vaccinazione può offrire l’opportunità per un colloquio educativo con le ragazze, spesso ignare dei comportamenti sessuali a rischio. Sono poi fondamentali l’educazione contraccettiva e l’uso del profilattico anche nelle coppie in cui la ragazza già assume la pillola.

L’alimentazione deve essere sana ed equilibrata e l’adolescente deve essere consapevole che la ricerca di performance atletica con supplementi farmacologici (anabolizzanti, di frequente impiego nell’ambito sportivo) può comportare dei rischi per la propria fertilità.
Anche il sovrappeso e il sottopeso causano problemi riproduttivi, aumentando di 2,2 volte il rischio di un ritardo superiore a un anno nel tempo necessario per concepire un figlio. Non dimentichiamo che, oltre alla obesità, è oggi ancor più pericolosa la tendenza alla ricerca di una magrezza eccessiva, che spesso sfocia nell'anoressia.

L’infertilità si può prevenire in età adulta?

Passata la pubertà, oltre al controllo del corretto susseguirsi delle fasi di crescita e alla corretta individuazione dei disturbi endocrini specie femminili, nonché del varicocele nel maschio, diventa preponderante il ruolo di una corretta educazione alla sessualità, che è l'unica arma efficace nella prevenzione delle malattie sessualmente trasmesse, causa rilevante di infertilità maschile e femminile. 

Iniziata l'attività sessuale è importante la individuazione di una contraccezione efficace e individualizzata, che garantisca sempre e comunque dalle malattie sessualmente trasmesse.

E' importante che i ragazzi sessualmente attivi imparino a sottoporsi a controlli medici regolari, che più facilmente sono nella cultura femminile, mentre mancano completamente in quella maschile.

L'aspetto più importante nella prevenzione dell'infertilità nella vita adulta, oltre alla correttezza dello stile di vita e alla prevenzione e diagnosi precoce dei disturbi genitali, è in ogni caso la corretta informazione sulla diminuzione che la fertilità femminile, e in minor misura anche quella maschile, subiscono nel tempo.

Mass-media e infertilità

I MASS-MEDIA HANNO QUALCHE RESPONSABILITÀ NELL'INFORMAZIONE SULL'INFERTILITÀ?

Sì, e purtroppo la qualità delle informazioni è spesso scadente.L’informazione mediatica, che non distingue le gravidanze spontanee da quelle ottenute con la ovodonazione in donne attempate (cioè ottenute con gli ovociti donati da una donna più giovane), trasmette ogni giorno l'errata idea che la fertilità sia virtualmente conservata ad ogni età, ma la realtà è che una donna di 35 anni ha la metà delle possibilità di concepimento di una di trenta, ed una di 38 anni ne ha un quarto.
Anche un maschio ultraquarantenne è comunque meno fertile pur se accompagnato ad una donna più giovane.
Inoltre le terapie altamente tecnologiche per la sterilità consentono di porre rimedio a non più della metà dei casi.
E' chiaro che questa informazione sarà completamente inutile in un paese che non supporti la gravidanza e la creazione della famiglia, garantendo lavoro e sostegno alle giovani donne e alla famiglia in genere.

Un’altra responsabilità dei media è quella di non smentire alcune leggende metropolitane, come per esempio il fatto che sia necessario utilizzare strumenti complessi e costosi per individuare il giorno giusto per avere rapporti: in realtà per una donna con ciclo mestruale regolare e marito con liquido seminale normale è sufficiente avere rapporti regolari, almeno tre volte alla settima, per avere le stesse possibilità di concepimento di chi invece effettua stressanti monitoraggi.

Un secondo preconcetto è quello che sia necessaria un’astinenza prolungata dai rapporti prima dei giorni fertili: questa è utile per alcuni giorni solo per chi deve eseguire uno spermiogramma. Per chi invece deve concepire una astinenza molto lunga può essere addirittura controproducente.

Mass-media e infertilità

I mass-media hanno qualche responsabilità nell'informazione sull'infertilità?

Sì, e purtroppo la qualità delle informazioni è spesso scadente.L’informazione mediatica, che non distingue le gravidanze spontanee da quelle ottenute con la ovodonazione in donne attempate (cioè ottenute con gli ovociti donati da una donna più giovane), trasmette ogni giorno l'errata idea che la fertilità sia virtualmente conservata ad ogni età, ma la realtà è che una donna di 35 anni ha la metà delle possibilità di concepimento di una di trenta, ed una di 38 anni ne ha un quarto.
Anche un maschio ultraquarantenne è comunque meno fertile pur se accompagnato ad una donna più giovane.
Inoltre le terapie altamente tecnologiche per la sterilità consentono di porre rimedio a non più della metà dei casi.
E' chiaro che questa informazione sarà completamente inutile in un paese che non supporti la gravidanza e la creazione della famiglia, garantendo lavoro e sostegno alle giovani donne e alla famiglia in genere.

Un’altra responsabilità dei media è quella di non smentire alcune leggende metropolitane, come per esempio il fatto che sia necessario utilizzare strumenti complessi e costosi per individuare il giorno giusto per avere rapporti: in realtà per una donna con ciclo mestruale regolare e marito con liquido seminale normale è sufficiente avere rapporti regolari, almeno tre volte alla settima, per avere le stesse possibilità di concepimento di chi invece effettua stressanti monitoraggi.

Un secondo preconcetto è quello che sia necessaria un’astinenza prolungata dai rapporti prima dei giorni fertili: questa è utile per alcuni giorni solo per chi deve eseguire uno spermiogramma. Per chi invece deve concepire una astinenza molto lunga può essere addirittura controproducente.

L’infertilità si può prevenire in età adulta?

Passata la pubertà, oltre al controllo del corretto susseguirsi delle fasi di crescita e alla corretta individuazione dei disturbi endocrini specie femminili, nonché del varicocele nel maschio, diventa preponderante il ruolo di una corretta educazione alla sessualità, che è l'unica arma efficace nella prevenzione delle malattie sessualmente trasmesse, causa rilevante di infertilità maschile e femminile. 

Iniziata l'attività sessuale è importante la individuazione di una contraccezione efficace e individualizzata, che garantisca sempre e comunque dalle malattie sessualmente trasmesse.

E' importante che i ragazzi sessualmente attivi imparino a sottoporsi a controlli medici regolari, che più facilmente sono nella cultura femminile, mentre mancano completamente in quella maschile.

L'aspetto più importante nella prevenzione dell'infertilità nella vita adulta, oltre alla correttezza dello stile di vita e alla prevenzione e diagnosi precoce dei disturbi genitali, è in ogni caso la corretta informazione sulla diminuzione che la fertilità femminile, e in minor misura anche quella maschile, subiscono nel tempo.

Comportamenti da considerare a rischio di infertilità negli adolescenti

Sui ragazzi occorre intervenire su comportamenti e abitudini di vita.
È dimostrato che l’effetto tossico del fumo passa tardivamente, richiede un anno, ed è un importante fattore di sterilità soprattutto nella femmina, nella quale aumenta di 1,5 volte la probabilità di ritardare il concepimento di un figlio per un tempo superiore a un anno.
Stupefacenti, cocaina e droghe leggere hanno effetti endocrini e causano un danno proporzionale al consumo, ancora più grave se, come purtroppo avviene spesso, associate all’assunzione di alcool.
Proprio relativamente a quest’ultimo va precisato che non c’è un livello minimo al disotto del quale esso non risulti tossico. Cocaina ed eroina raddoppiano inoltre il rischio di patologie in gravidanza.

Un altro problema dell’adolescenza è rappresentato dalle malattie sessualmente trasmesse, che colpiscono prevalentemente i giovanissimi almeno 4 volte rispetto a persone di età diverse. Sono spesso poco sintomatiche, in particolare l’infertilità di origine tubarica e le infezioni delle vie seminali nel maschio. In tal senso è da raccomandare la vaccinazione contro il papillomavirus (HPV), che non è causa di sterilità ma sembra avere un impatto negativo sugli spermatozoi. La vaccinazione può offrire l’opportunità per un colloquio educativo con le ragazze, spesso ignare dei comportamenti sessuali a rischio. Sono poi fondamentali l’educazione contraccettiva e l’uso del profilattico anche nelle coppie in cui la ragazza già assume la pillola.

L’alimentazione deve essere sana ed equilibrata e l’adolescente deve essere consapevole che la ricerca di performance atletica con supplementi farmacologici (anabolizzanti, di frequente impiego nell’ambito sportivo) può comportare dei rischi per la propria fertilità.
Anche il sovrappeso e il sottopeso causano problemi riproduttivi, aumentando di 2,2 volte il rischio di un ritardo superiore a un anno nel tempo necessario per concepire un figlio. Non dimentichiamo che, oltre alla obesità, è oggi ancor più pericolosa la tendenza alla ricerca di una magrezza eccessiva, che spesso sfocia nell'anoressia.

Prevenzione dell'infertilità in età pediatrica

Nell'infanzia e nella prima adolescenza, oltre all'insegnamento di uno stile di vita sano, dal punto di vista delle abitudini alimentari in particolar modo, è importante che i genitori e il pediatra effettuino un controllo attento dello sviluppo sia maschile che femminile, che consenta la diagnosi precoce di alcune anomalie genitali modificabili.
Ad esempio è oggi assodato che la correzione del criptorchidismo (mancata discesa dei testicoli nella loro sede naturale), per prevenire la infertilità maschile in età adulta, deve avvenire entro i due anni di età.

L'individuazione delle due patologie genetiche più frequenti (Sindromi di Klinefelter nel maschio e di Turner nella femmina) consente di dare a questi ragazzi uno sviluppo adeguato e in parte una speranza di fertilità futura.

Disturbi del ciclo mestruale nelle ragazze si evidenziano già a 15-16 anni e devono essere seguiti con attenzione e trattati, quando si configurino patologie.